Gli Stati Uniti e la mitica McMusa

Amo gli Stati Uniti.

Ho fatto vari viaggi negli USA e vorrei ritornarci.

Leggo molti libri di autori americani contemporanei.

E fin qui nulla di nuovo.

Ma….non ho mai studiato né al liceo né all’università letteratura americana. Ho un sacco di buchi culturali sulla storia americana e sulla letteratura americana (non solo su questo eh, ma qui si parla di USA).

Spinta da questo desiderio, seguo da anni Marta Ciccolari Micaldi (la McMusa) e sogno di fare un road trip con lei. Se non la conosci corri sul suo blog e ti si aprirà un mondo, potrai vivere i suoi viaggi, sentire la sua voce nei podcast, leggere le sue recensioni, ascoltare le play list che suggerisce…insomma puoi viaggiare nel mondo americano guidato da una esperta che ha fatto di una passione un lavoro.

Io nel lockdown ho iniziato a viaggiare con lei, sì proprio così! Grazie a suoi corsi on line sono stata a Mafra, Malibù, Bloomington, Astoria e New Jersey.  E subito dopo sono riuscita finalmente a soddisfare un gran desiderio:  il mitico coast to coast! Sì perché questo è da sempre IL VIAGGIO, per noi che siamo cresciuti con il mito della gomma del ponte!

Grazie a Marta ho imparato moltissimo, il suo approccio è multidisciplinare,  unisce la letteratura americana, gli autori, il loro modo di vivere, la realtà, il cinema, le serie TV, la musica, la storia, la fotografia e i profumi che si possono percepire viaggiando. E poi Marta è simpatica! Nel gruppo whatapp che ha creato continuiamo a sentirci, a scambiarci idee, libri, recensioni, suggerimenti…insomma il viaggio, anche umano e interpersonale, sta continuando.

Sono super feliciona della mia chiacchierata con lei!

Come è nata la tua passione per gli USA? È nata sui banchi dell’università, precisamente all’ultimo corso che ho frequentato prima della laurea. Letteratura Anglo-Americana con la professoressa Barbara Lanati: mi ha cambiato la vita! Le sue lezioni erano qualcosa di molto diverso da quello che avevo sperimentato fino a quel momento: mi avevano insegnato che la cultura era qualcosa di cui aver paura, in un certo senso, o comunque reverenza. Barbara no, lei ci ha fatto amare da subito gli Stati Uniti e la letteratura americana come un mondo in cui ci si sente liberi. Anche come lettori o viaggiatori! E in effetti è proprio così: il mio sogno americano è nato come un sogno di libertà e tale è rimasto in tutti questi anni.

Il libro o l’esperienza che ti hanno segnato in modo particolare? L’esperienza più che il libro: un mese di scambio professionale nel Central Illinois nel 2013. Un’America molto diversa da quella che pensavo di conoscere, un’America che dal 2016 e l’elezione di Trump sarebbe diventata molto più visibile ma che fino a quel momento non lo era affatto. Paesini di provincia, vita di famiglia (una vita ancora molto simile a quella degli anni Cinquanta, soprattutto per la suddivisione dei ruoli nella coppia), distanze alienanti tra un paesino e l’altro, tanta gentilezza tipica del Midwest ma anche tanta violenza verso i diversi e intolleranza, campi di grano a profusione, ferrovie del treno protese all’infinito, terra piatta e orizzonte sconfinato, comunità Amish e cittadine universitarie (una, quella della Illinois State University, dove insegnò David Foster Wallace). Insomma, una vera e propria immersione in un’autenticità americana che finalmente toccavo con mano e assimilavo.. anzi, cercavo di assimilare. Da quell’esperienza ho capito che l’America offre molte più domande che risposte ed è stato in quell’occasione, mentre ero ancora in viaggio, che ho aperto il mio blog e ho iniziato a raccontare quello che vivevo, facendomi sempre aiutare dalla letteratura.

Foto di Elena Datrino

Al momento non è possibile viaggiare dal vivo, ma i tuoi roadtrip virtuali sono una bomba (io sono una viaggiatrice), è una formula che pensi di portare avanti? Grazie! Certamente sì. I miei corsi online – per noi, veri e propri roadtrip – hanno dimostrato che lo schermo non è una barriera reale: confesso anche all’inizio ero piuttosto scettica ma l’esperienza si è rivelata davvero travolgente e vincente. A me permette di raggiungere molte più persone rispetto ai corsi in presenza e a voi di seguire le lezioni (tappe) quando lo desiderate, con il ritmo che più vi piace (incluso seguendo le dirette tutti insieme). Come per i tour letterari negli States, i Book Riders, anche nel caso dei roadtrip virtuali si è creata una community che azzera le distanze e favorisce bellissimi scambi e incontri. Questo aspetto mi ha colpito molto! I miei corsi si basano da sempre sull’interazione tra geografia e letteratura, una racconta l’altra: nel caso dei corsi online riesco a spaziare molto di più e l’intervento di Babelica – l’associazione con cui collaboro – è fondamentale: ogni tappa ha una moodboard tematica che contiene tutto il materiale della lezione, dai libri ai film alle foto. Il pubblico ne è entusiasta.. e io pure!

I tuoi podcast con Black Coffee edizioni sono un piccolo viaggio per conoscere un libro, pensi di poter allargare questo tipo di iniziative con altri libri? No, per il momento la collaborazione con Black Coffee rimane esclusiva, però posso anticipare che alcune puntate avranno un assetto un po’ diverso, utile ad accogliere tematiche nuove e decisamente attuali. Non vi resta che ascoltare!

Popcorn come è nata questa idea? Da una discussione, pensa un po’! Ero in Texas per uno dei miei tour Book Riders e ho avuto un’accesa discussione con una delle partecipanti riguardo il ruolo del pop e di un certo tipo di entertainment americano. Io sostenevo animatamente che la pop culture – sopratutto quella americana – ha una dignità che travalica ogni giudizio e ogni etichetta: ci è utile per capire la realtà anche se spesso si appella ai nostri piaceri e pruriti meno intellettuali. Una volta tornate in Italia Silvia Rota – questo il suo nome – ha offerto a me e alla mia amica nonché grande specialista di pop culture americana Valeria Sesia la possibilità di approfondire quel discorso e di strutturarlo in un progetto organico e complesso. Il podcast è nato così, grazie al sostegno di Rum Zacapa, l’azienda per cui Silvia lavorava. Per quanto riguarda i temi, be’: io e Valeria è da sempre che intrecciamo pop culture e letteratura per esplorare l’America. Avere finalmente la possibilità di realizzare delle storie per un pubblico è stato un sogno! La prima stagione è finita da poco (confessione: la mia puntata preferita è quella sul Super Bowl) ma abbiamo già pronta la seconda, dobbiamo solo trovare un altro sponsor.

Progetti futuri e/o sogno nel cassetto? Ero pronta a trasferirmi in America – in New Jersey, precisamente – ma il Covid ha rimandato tutto (la procedura burocratica è lunga e questo non è decisamente il momento giusto). Vorrà dire che starò ancora un po’ in Italia e mi dedicherò a quell’altro progetto, quello che inizia con la L e finisce con IBRO 😉

Non oso chiedere altro su questo L …IBRO, ma non vedo l’ora di leggerlo! E quindi chiudo con un Grazie Marta e un grandissimo IN BOCCA AL LUPO.

Se vuoi viaggiare e vedere le moodboard dei corsi scrivi qui al sito di Babelica , troverai tutte le info che vuoi, e se cerchi una voce Tatiana ti risponderà di sicuro (ora però glielo dico che ho spacciato anche il suo nome)!

Buon viaggio e buone vacanze!

1 commento su “Gli Stati Uniti e la mitica McMusa”

  1. un’entusiasta dell’America con le sue contraddizioni.
    Bella l’intervista e molto chiare le risposte.
    Un bravissime a entrmbe

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