Il primo romanzo di Isa Grassano “Un giorno sì un altro no”

Alcuni anni fa ho partecipato ad una presentazione, c’erano giornalisti e blogger,  io non conoscevo nessuno.

Mi sentivo in affanno e non osavo dire nulla, temendo di essere fraintesa o peggio di dire qualche cosa che potesse essere considerato non all’altezza delle situazione.

Tra i giornalisti c’era Isa, che si è seduta di fianco a me e mi ha sorriso. Il suo atteggiamento mi è sembrato da subito rassicurante e ci siamo messe a chiacchierare……

….Da allora è passato molto tempo e le nostre chiacchiere sono continuate ….e io e Isa ci scambiamo  spesso opinioni su libri, sensazioni e idee di letture. Isa è una giornalista che si occupa di viaggi e di viaggi scrive anche sul suo blog Amiche si Parte? 

Isa ha al suo attivo numerose pubblicazioni, ovvero libri su  come viaggiare da sole o con le amiche, sulle cose da fare gratis, sui migliori locali alla moda, solo da pochi giorni, però, ha pubblicato il suo primo romanzo “Un giorno sì e un altro no” per Giraldi Editore.

Come è avvenuto il processo di scrittura? Avevi in mente tutto sin dall’inizio o hai fatto parlare e sviluppare man mano i personaggi? Io sono confusionaria anche quando scrivo un articolo, figuriamoci una guida o ancora di più un romanzo. In più ho scritto tutto a penna, su quadernetti, bloc notes, fogli sparsi. E poi ricopio e talvolta faccio fatica pure a capire la mia stessa grafia, visto che appunto pensieri ovunque. Avevo in mente solo il finale, il protagonista maschile – che è la summa di tanti uomini di cui mi hanno raccontato le amiche o anche sconosciute in treno – poi ho costruito il resto. Più volte ho cambiato, modificato personaggi, situazioni.

Arabella, la protagonista, fa in modo che ogni singolo momento sia di felicità ….e  i tuoi momenti di felicità quali  sono? Sono piccoli grandi momenti, una passeggiata al mare, una giornata di sole all’aria aperta, un abbraccio, un buon libro, un caffè con un’amica, il vezzo di un rossetto rosso sempre, e ovviamente amare. E anche in questo periodo che molte cose di queste mancano, seguo l’insegnamento di Epicuro quando insegnava a uomini che vivevano, anche loro, un tempo di crisi, e gli diceva di fare tesoro dei momenti felici per riviverli nel ricordo, quando la felicità è lontana.

Possiamo farlo tutti: esercitarci a rievocare momenti di gioia significa esercitare l’immaginazione e farci sorridere. Ne abbiamo bisogno, in questi mesi più che mai.

La protagonista all’inizio dice di fare un passo per volta…e nella vita tu lo fai? Sempre, non sono una che fa progetti (ma ho tanti sogni però). Vivo nel presente passettino per passettino, solo così si possono costruire progetti… Risuona nella mia testa l’invito di Orazio a essere “laetus in praesens”, a uno stare nel presente che è anche apprendimento a cercare di renderlo fecondo. Ho solo l’idea di come potrebbe essere il futuro. Tanto vale non precludersi la possibilità di immaginarlo luminoso.

Nonostante le vicissitudini, in Arabella non c’è mai rancore. Quanto c’è di te in lei? Questo è il tuo sguardo sulla vita? Di lei c’è in me poco e tanto. Poco perché io non sono così “trasandata”, non uso quei pigiamoni felpati, non resisterei con uno come Ludo (e ride, ndr). Tanto perché Arabella ha una capacità di tenuta emotiva che forse è la sua principale risorsa e questo mi ritrovo pure io. E come lei anche io non porto mai rancore. Non serve. La vita è troppo breve per sprecarla con risentimenti. E poi mi aiuta il fatto di avere la memoria dei pesci rossi, una memoria fatta di vento.

Confondo date, luoghi, nomi, ricordi, quindi di conseguenza dimentico anche chi mi ha fatto un torto. E questa è una bella fortuna. A conti fatti si vive molto più felici. Il mio sguardo sulla vita è quello di una persona innamorata della vita.

Nel libro molto forte è il tema dell’amicizia, per te quanto è importante?  Credi all’amicizia tra donne? Tanto, le amiche per me sono fondamentali e per fortuna ne ho tante e, ognuna a suo modo, è speciale. Ci credo, penso che le donne insieme siano una potenza capace di grandi cose. Del resto ho anche un blog, amiche si parte (creato con una collega e amica, Lucrezia Argentiero) basato proprio sul valore di questi rapporti tutti pink che si amplificano quando si è in vacanza insieme. Il sottotitolo del blog è “per sole donne, non donne sole”, a sottolineare che comunque anche gli uomini sono importanti.

Ho molto apprezzato il fatto che nel romanzo ci sia quasi un elogio all’imperfezione, è un valore per te? Ludo, il protagonista maschile, dice: «Mi piacciono le persone che non sono uguali alle altre. Come adoro le ragazze imperfette, particolari». Un altro dei protagonisti “secondari” rimarca in un’altra parte: «Nessuno è perfetto per l’altro, ricordatelo. Ci illudiamo solo che sia così, ma ognuno resta nel suo mondo, bisogna solo provare a incrociarsi». Ritengo che non esiste la perfezione assoluta, né fisica né nel carattere di una persona, ma proprio questa imperfezione diventa un valore e rende perfette le persone nella loro originalità.

La vicenda si svolge soprattutto a Roma come mai questa scelta? Roma, come scrivo, è talmente bella da sembrare sempre “nuova”. E’ la mia città preferita, ci ho abitato per qualche mese, ci torno quando ho voglia di ricaricarmi. E poi Roma è amor al contrario…non potevo che ambientare nella capitale questa storia di sentimenti e forte passione.

Ogni capitolo finisce con un proverbio, qual è quello che ti rappresenta maggiormente? In realtà sono due, “i piedi vanno dove va il cuore”, un proverbio Siriano e “quel che deve accadere, accadrà”, proverbio Namibiano. Ad indicare, il primo, che non faccio nulla, non vado da nessuna parte se non c’è il cuore, e, il secondo, il mio fatalismo sulle cose… credo che se è scritto da qualche parte, le cose accadono.

Dopo una prima parte più “scanzonata”, c’è una seconda che affronta temi più complessi, la morte, il dolore, i turbamenti, perché questa scelta? Volevo far venire fuori la mia anima di giornalista che scrive di attualità. Quindi non solo l’amore che è fondamentale nella vita di ogni persona, ma anche quegli elementi che spesso purtroppo accompagnano le nostre esistenze. Al centro c’è la morte – del resto Arabella fa un lavoro precario e “noir”, scrive necrologi per un quotidiano locale – e il tentativo di trovarle una forma, per vederla e forse distanziarsene, a volersi proteggere.

E ci sono disagi che vengono fuori, perché le persone non si conoscono mai abbastanza, tanto che c’è anche una parte finale con il parere della specialista. Ma non diciamo di più… il finale spiazza un po’ tutti e quasi fa venire voglia di ricominciare a leggere da capo per avere un’altra visione d’insieme.

Ma tu credi all’oroscopo? L’oroscopo è un espediente narrativo. In realtà io non ci credo, talvolta li leggo dopo, magari se è su un settimanale, ci dò un’occhiata la settimana successiva per vedere se ci ha preso. Ne ho letti tantissimo durante la stesura del romanzo. Come scrivo nei ringraziamenti: Ho fatto un’overdose di letture e scorta di consigli di tutti i segni zodiacali e credo che per un po’ smetterò di interrogare le stelle. Anche se la promessa di “giorni felici” mi affascina, quasi quasi inizio a crederci…visto che Arabella è Bilancia come me.

Isa come ti definiresti? Una donna semplice, allegra, positiva, con la tenacia dei muli e l’ottimismo dei folli.

Che rapporto hai con il tempo che passa? Non nascondo la mia età e sono grata alla vita, certo inizio a notare le rughe e ho paura che il tempo – che mi resta – possa passare troppo in fretta, per quante cose vorrei ancora fare. Tuttavia, ritengo che il fulcro di tutto sia l’anima. Bisogna essere felici con se stessi. Non c’è trucco o chirurgia che tenga, come appari fuori è il risultato di come sei dentro: quello conta.

Ami viaggiare e ne hai parlato anche nei tuoi libri in passato, dove vorresti andare appena ci si potrà muovere? Voglio tornare a New York, scrivere un capitolo nel romanzo mi ha fatto venire una gran voglia di rivedere questa città che “non dorme mai”. La Grande Mela è un’altra delle mie città preferite, dopo Roma. E poi una settimana al caldo in un’isola tropicale. Adoro le temperature elevate, la sensazione del sole che scalda la pelle.

 

 

 

 

1 commento su “Il primo romanzo di Isa Grassano “Un giorno sì un altro no””

  1. Un’altra persona che pensa al finale e poi ci costruisce intorno la storia.
    Sempre puntuale e chiare le tue interviste che stimolano le risposte appropriate.
    Un abbraccio

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Cosa posso fare per te?
Torna su